Dalle NOTE DI REGIA
L’imbecille, La morte addosso, La paura, La giara, L’ombra del rimorso, La patente sono le novelle da cui nascono sei dei sette atti unici in scena al Teatro Agorà di Roma. L’ultimo atto unico, All’uscita, anch’esso destinato in origine alla narrativa, può considerarsi, invece, l’atto di nascita ufficiale del teatro pirandelliano. Sette messinscena, quindi, tra narrativa e teatro dove si racconta la storia di popolani e di piccoli borghesi che vorrebbero vendicarsi di esistere in modo gramo e per questo cercano inquietanti strade di evasione e di rivalsa, quasi a difendersi dalla vita che fa male a tutti, inevitabilmente. L’immagine ritratta nelle novelle si concentra in oggetto, in comportamento. I protagonisti sono dei diversi che nel passaggio dalla novella al teatro diventano vita in atto. Altrove l’Autore auspica che il teatro con la sua maschera nuda possa restituire al personaggio i suoi caratteri essenziali.
Dagli appunti del regista: “Con i sette atti unici e con delle monadi pirandelliane vorrei concludere una mia tesi: l’universo pirandelliano è lo spazio dell’istrione. Le sghembe poesie, i romanzi, le novelle, le commedie che lo popolano, sono aspetti di una contraffazione istrionica, alterazione di una voce umana nel tentativo disperato di sottrarre la vita alla pena di una forma: la pena d’esser così e di non poter più essere altrimenti. Per evitare lo scacco, per ingannare la morte, l’istrione adopera tutte le sue risorse: esaspera il giuoco, come Zì Dima segregatosi nella giara come in un involucro difensivo, quasi una pattumiera beckettiana, come Luca Fazio nell’Imbecille, come Bellavita, ombra del rimorso; irrigidisce la maschera con cui gli altri lo coprono, come il tetro Rosario Chiarchiaro nella “Patente”; esibisce la sua stessa sofferenza, come “L’uomo dal fiore in bocca”, nel vano tentativo di mutare in disgusto il gusto ineliminabile della vita. La dissimulazione pirandelliana è collocata ovunque, come “All’uscita”, tra apparenze di vivi e di morti, o come nella “Morsa”, nel significato delle parole che fa nascere un nuovo teatro, attento a quello che sta succedendo a Vienna, in Bergasse 19“.