IL PROGETTO TEATRALE 2023


NATALE IN PIAZZA

di Henri Ghéon e Luigi Pirandello



3, 4, 5 gen. 2023 (ore 18.30) alla Basilica SS. Bonifacio e Alessio
Posti esauriti



10 gen. 2023 (ore 16.00) in luogo da definire
Posti ancora disponibili


ENRICO IV

di Luigi Pirandello

18 – 23 aprile 2023 al Teatro Anfitrione


 

PIRANDELLIANA 2023
XXVII Edizione

“All’Aventino, l’Istrione!”



Dal 4 al 30 luglio 2023

Dieci Atti unici

di Luigi Pirandello

BELLAVITA – SGOMBERO – LA GIARA
il martedì ed il venerdì

L’ALTRO FIGLIO – L’IMBECILLE – LA PATENTE
il mercoledì ed il sabato

LA MORSA – LA VERITA’ – L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA – ALL’USCITA
il giovedì e la domenica


Dal 1 al 6 agosto 2023

ENRICO IV

di Luigi Pirandello


Cripta della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino
Piazza S. Alessio 23 – Roma
il 3, 4, 5 gennaio 2023 – ore 18.30

NATALE IN PIAZZA

da Henri Ghéon e Luigi Pirandello

componimento e regia di Marcello Amici

È una commedia dell’arte con:

Marcello Amici, Giuseppe d’Onofrio, Carlotta Galmarini, Emilia Guariglia, Federico Giovannoli, Tiziana Narciso, Martina Pelone e Michela Marconi (soprano)

Assistente alla regia: Roberto Di Carlo

INGRESSO LIBERO E GRATUITO
[posti esauriti – mascherina]

Informazioni: 06.6620982 – 338.9535577
info@labottegadellemaschere.it




Il Teatro è nato in chiesa, io vorrei ricondurvelo.
(Eleonora Duse)  

Natale in piazza è una programmazione unitaria per i suoi contenuti, per le tante linee trasversali che uniscono gli stessi concetti. È un progetto che dà un significativo apporto allo sviluppo culturale e alla promozione turistica della nostra Città. La manifestazione natalizia di teatro dura dal 2007.
Da una parte. Sogno di Natale, la novella di Pirandello, sviluppa una tesi: le voci di dentro non sono soltanto pensieri, ricordi o immagini, ma valenza delle cose perdute. Dall’altra. La messinscena Natale in piazza di Henri Ghéon è un progetto non abusato, non comune, non scontato, nuovo, originale e raro. Un canovaccio, un metateatro, una recita a soggetto, un contenitore d’eccezione capace di superare gli echi di certe inattuali sperimentazioni teatrali.
Tutto avviene nella cripta della Basilica di Sant’Alessio. La scena rappresenta il lato di una piazzetta di un villaggio, dove gli zingari hanno sistemato il loro carrozzone ed eretto un palco sgangherato. È notte. Il barlume di un fuoco, le stelle e la luna. Una lampada ad acetilene è issata in cima ad una pertica. Qualche sgabello, valigie, un fuoco. Gli zingari stanno cenando. Qualcuno li sta osservando. È la gente del villaggio che si aspetta una rappresentazione teatrale. Si apre una valigia ricolma di costumi. Si accende la lanterna ad acetilene. Un vecchio zingaro apre un libro antico. Gli altri si ritirano dietro il carro, si truccano a vista. Inizia lo spettacolo: In quei tempi i popoli vivevano nell’attesa…
Comincia così lo strano racconto di Natale, costruito con una rara intelaiatura di teatro nel teatro sacro. Su un praticabile che sembra essere stato riesumato dalla scenografia di un carro di Tespi, nasce un presepe metafisico dove si dispongono gli attori e tutto diventa come una disputa dentro un dipinto fiammingo. Gli affreschi, tutto intorno, sono il coro. Il gruppo si sistema; da una parte si ascoltano i passi antichi della Notte Santa, dall’altra arrivano Maria e Giuseppe, sono a Betlemme per il censimento di Augusto, cercano un alloggio. Nell’aria anche i versi di Gozzano… Poi l’arrivo dell’Angelo, di Maria, di Giuseppe. Povertà. L’innocenza del testo. Un violino, un soprano come in una favola e un flauto di Pan per l’Ave Maria di Schubert. Gli attori si compongono, si scompongono e ricompongono nella sera favolosa della Vigilia.