2010

IL GIUOCO DELLE PARTI – PENSACI, GIACOMINO! di Luigi Pirandello
(Gran Teatro Pirandelliano, Roma – Teatro 10, 5 – 10 gennaio)

 

IL PIACERE DELL’ONESTÀ – IL BERRETTO A SONAGLI di Luigi Pirandello
(Pirandelliana, Roma – Giardino di S.Alessio all’Aventino, 6 luglio – 8 agosto)

QUELL’ASINO E QUEL BUE
(Roma – Basiliche all’Aventino, 14 – 18 dicembre)


 


 

IL GIUOCO DELLE PARTI

Silia vive separata da Leone Gala che le ha lasciato tutte le libertà, anche quella di avere un amante, ma le ha imposto ogni giorno mezz’ora della sua metodica presenza. La donna profitta della prima occasione che capita per chiedere al marito di sfidare un noto spadaccino, uno dei quattro nottambuli ubriachi che una sera, entrati in case per sbaglio, l’hanno offesa. Leone Gala accetta, permette, addirittura, che Guido Venanzi, l’amante di Silia, fissi le condizioni peggiori per il duello, però, nel momento di scendere in campo, rifiuta. A ognuno la sua parte. Egli ha fatto la sua, ha sfidato. Faccia la propria ora, battendosi, l’amante della moglie. II giuoco e fatto!

dagli appunti del regista

Il giuoco delle parti, commedia limite in ogni senso, delle commedie di Pirandello è la più meccanica e crudele, perché la più nitida e coerente, la meno persuasiva e la più sincera. La regia si è collocata tra i personaggi e il dramma che urge in loro, ne ha esposto il delirante narcisismo logico, ha scomposto volumi e colori, ha risolto il giuoco tra le maglie di un cubismo e la suggestione delle gelide geometrie di un teorema. Del più violento paradigma teatrale che sia mai stato ideato sul tipico triangolo borghese, apparentemente legato ad un episodio di costume come il duello, non sono sfuggite né la molla che scatena il dramma, né quella sorda, repressa, esistenziale passione. Tempi, luci, musiche, scenografia mostrano senza forzature prospettiche il luogo metafisico che si apre all’inizio con un raggio di luna, per dilatarsi poi nella stanza, assunta come metaforica spirale dalle pareti alte, levigate, impenetrabili, luogo emblematico e focale di tutto il teatro pirandelliano. Bianco e nero!
Silia è una creature incapace di consistere, disancorata, che sembra avere le malinconie di certe donne di Klimt e una sgomenta sensualità. Un marchesino e tre signori ubriachi che non entrano in scene sono voci di dentro come ansie oniriche. Bianco e freddo, elegante e luciferino, logico e viola il mondo di Leone Gala che risolve di testa tutti i problemi e frantuma l’involucro del realismo per giungere al pernio della realtà. La regia ha percorso la stessa strada e vi ha trovato un piccolo borghese tutto murato dentro la propria maschera che non ha potuto affrancarsi dalla sofferenza di vedersi escluso. II contrasto tra Silia e Leone ha la dimensione di una inconciliabile contrapposizione tra la vita e la rappresentazione analitica di essa. È un’algebra per conoscitori del teatro nel teatro. Nel dipanare la vicenda, la regia non ha mai dimenticato che Pirandello è l’autore del più acuto saggio su I’umorismo! L’ingranaggio della commedia viene esposto in tutta la sua evidenza metaforica, l’asciutto contenitore mentale è reso visibile con effetti di magico realismo che oscilla tra Kafka e Bunuel. Non si è distrutta la forma, ma scoperta una seconda realtà, un espressionismo di cui si parla solo per negazioni: una musica lontana, una luce come una fessura da uno strappo nel cielo di carta sulla maschera della luna e, nel finale, un pizzico di viola ritagliato nelle ultime note di una improbabile Cavalleria.

Personaggi

Leone Gala
Silia, sua moglie
Guido Venanzi
Il dottor Spiga
Filippo, detto Socrate
Barelli
Il marchesino Miglioriti
Primo Signore Ubriaco
Secondo Signore Ubriaco
Terzo Signore Ubriaco
Clara, cameriera di Silia

Interpreti

Marcello AMICI
Antonella ALFIERI
Marco VINCENZETTI
Umberto QUADRAROLI
Carlo BARI
Luca FERRINI
(Carlo BARI)
(Luca FERRINI)
(Umberto QUADRAROLI)
(Marco VINCENZETTI)
Isabella POLIMANTI


 

PENSACI, GIACOMINO!

Agostino Toti, anziano professore di ginnasio, prende moglie per far dispetto al Governo che lo ha tenuto per trentaquattro anni a stecchetto con un misero stipendio. Sposa la giovane Lillina, cui assicura di fare da padre e nient’altro, messa incinta dal suo ex alunno Giacomino Delisi, per obbligare il Governo a continuarle a pagare la pensione, per almeno altri cinquant’anni dopo la sua morte. La moglie giovane potrà continuare a vedere il suo Giacomino. È un tradimento? II professor Toti l’ha messo nel conto. Le corna gli assicureranno la pace in famiglia. Del resto, il tradito non sarà lui che alla giovane moglie può fare solo da padre, ma il marito che, in realtà, lui non è, non vuole e non può essere.
La gente ride e si scandalizza. Giacomino non sopporta più quella situazione paradossale di ménage a trois, per cui abbandona Lillina e il piccino e si fidanza per tornare nell’ordine e mettere su casa propria. II professor Toti, prima con le più tenere preghiere, poi con serie minacce – Pensaci, Giacomino! – l’obbliga a tornare da Lillina e dal suo bambino.

dagli appunti del regista

È il trionfo della spontaneità, della follia, dell’irrazionale. Irrazionale è tale solo in confronto a ciò che si è soliti chiamare ragione. In sé, è ragione, è logica anch’esso.
Ciò che si chiama ragione non è una delle tante forme, delle tante ragioni possibili, che ha, certo, diritto di vivere e di affermarsi, ma ha torto, quando vuole negare la possibilità e il diritto di altre forme, di altre ragioni? La logica pirandelliana tocca il suo culmine in questo straordinario lavoro in cui si vede un marito forzare l’amante della moglie a tornare alla donna abbandonata e, quel che è più, ad avere ragione di agire cosi. Mai certa relatività delle costruzioni umane, che di fronte alla ragione e al comune diritto appare, e deve apparire, assurdità e follia, era stata sostenuta con violenza più acerba, più aperta e più lucidamente logica dall’Autore di Maschere nude.
La regia ha colto, lavorando alla siciliana, i tratti umoristici della commedia e li ha estesi a quelli om¬brosi, sghembi e ironici scovati tra le pieghe della messinscena. È un Pirandello fatto di apparente genuinità popolaresca, ma è sempre il raffinato, ironico e amletico scrittore pieno di rimandi e di sottili allusioni. II sipario si apre su una scena futurista che rende subito evidente lo strano personaggio che emerge dalle atmosfere irrazionali dell’uomo di Girgenti, pronto a mettere in discussione, a inquadrare gli squilibri e quell’intricato mondo di passioni e doveri, di sostanza ed apparenza, che è la famiglia “allargata” in un interno. Commedia morale dunque, umoristica ma anche grottesca, con un perso¬naggio che affronta l’ipocrisia del mondo senza la maschera di un ruolo sociale, quello di marito, un ruolo di cui si è liberate subito, dichiarando di non volerlo essere.
Ma siamo certi che, dando un’anima a una bislacca marionetta, non si superi il limite, proprio di quel paradosso al quale ci si vuole sottrarre? In altri termini, I’amarezza della commedia, e quindi della sua umanità, non derivano forse dal contralto tra uomini e burattini? E s’è mai visto un più tragico fantoccio del professor Agostino Toti, di questo dolce apostolo dell’assurdo, così liricamente pervaso della sete di stravagante carità?

Personaggi

Agostino Toti, professore di Storia Naturale
Padre Landolina
Cinquemani, vecchio bidello del Ginnasio
Marianna, sua moglie
Lillina, sua figlia
Giacomino Delisi
Rosaria Delisi, sorella di Giacomino
Il Cavalier Diana, direttore del Ginnasio
Rosa, serva in casa Toti
Filomeno, vecchio servo in casa Delisi
Ninì, bambino, non parla

Interpreti

Marcello AMICI
Marco VINCENZETTI
Umberto QUADRAROLI
Anna VARLESE
Elisa CIOCCA
Simone SERINI
Antonella ALFIERI
Luca FERRINI
Francesca IANNELLI
Carlo BARI

La Compagnia teatrale LA BOTTEGA DELLE MASCHERE (dall’alto a sinistra):
Marco Vincenzetti, Elisa Ciocca, Marcello Amici, Stefano Capecchi,
Isabella Polimanti, Carlo Bari, Umberto Quadraroli, Luca Ferrini,
Antonella Alfieri, Anna Varlese, Valeria Ascione, Simone Serini


 

Regia di Marcello Amici

Scene: Marcello de Lu Vrau – Costumi: Natalia Adrian’
Disegno luci e fonica: Giuseppe Tancorre – Direttore tecnico: Luigi Burelli
Direttore di scena: Marco Vincenzetti – Assistente alla regia: Carlo Bari
Amministrazione: Marco Salietti e Rosemarie Della Scala
Foto: Enzo Maniccia, Luigi Catalano, Giuliano Venturini – Organizzazione: Mauro Ciuco, Paola Amici

Direzione artistica: NATALIA ADRIANI

Ufficio Stampa: Giulia Taglienti – 339.8142317 – taglienti.g@gmail.com