2007

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE – I GIGANTI DELLA MONTAGNA di Luigi Pirandello
(Pirandelliana, Roma – Giardino della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, 6 luglio – 8 agosto)

COLLINE DI CARTONE
(Roma – Basiliche all’Aventino, 11 – 15 dicembre)


 


 

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’ AUTORE

Sono passati molti anni da quella sera del 10 maggio 1921 in cui quei Sei personaggi in cerca d’autore andarono in scena per la prima volta al Teatro Valle di Roma e, tuttavia, ancora oggi, a distanza di tanti anni, gli spettatori in ogni parte del mondo hanno un brivido quando quei sei fantasmi arrivano in palcoscenico e si verifica quel misterioso, stranissimo corto circuito tra la vita e il teatro. Ma cosa raccontano Sei personaggi? Pirandello spiega il meccanismo della creazione, che cosa succede nella fantasia di un autore quando immagina una storia, una commedia, un romanzo e svela quel sottile passaggio tra vita e forma, da persona a personaggio. La vita è un fiume in piena, un mare di lava che si muove continuamente. L’arte è una forma fissa, bloccata, per esistere ha bisogno di prendere sempre qualcosa dalla vita, ma nel momento in cui la prende, la fissa, la congela, la raffredda per l’eternità in una forma eterna. I personaggi sono veri. Gli uomini non hanno alcuna verità, alcuna certezza, sono mutevoli, diversi, uno, nessuno e centomila. E’ una rivoluzione teatrale. È la rivelazione di quel patto che è sempre sottinteso al teatro, di quella convenzione per cui lo spettatore sa che sul palcoscenico si sta verificando una finzione e, tuttavia, proprio per il suo mestiere di spettatore, è tenuto a crederci. L’attore recita, dunque finge, ma deve essere creduto dallo spettatore, come se dicesse la verità. E’ quello che verrà poi chiamato il teatro nel teatro. Come il Gabriel Conroy joiciano, con il suo viaggio per l’ovest, il gruppo di famiglia che arriva sul palcoscenico del malcapitato capocomico rifiuta la piatta quotidianità. I Sei hanno abbandonato la famiglia per rendere icastica sulla scena la loro estraneità esistenziale.

La regia racconta una storia che supera il testo in cui le creature cessano di essere fissate immutabilmente nell’espressione del proprio sentimento fondamentale. Ne è nata una dissugata incisione dei personaggi che raccontano l’antefatto come persone, una scomposizione della maschera che ha creato fotogrammi intensi e vivi. I volti dei Sei sono stati segnati come quelli degli attori della Compagnia della Contessa che arriveranno di sera, alla fine della storia umana dell’Autore, nella decrepita villa di Cotrone. Così i personaggi, isolati all’interno di una panoramica e con la coscienza di essere tanti, rifiutano il ruolo

di armonizzatori, di utili idioti, di volontari inventori di maschere ideologiche e morali, agiscono come comuni mortali, capaci anche di commettere azioni basse. I loro voli diventano icàri e fonte di dolore, si affacciano nel teatro, ma il teatro è incapace di trascrivere quel loro fièri. La Graffiti Art segna un confine inquietante, di qua le speciali maschere suggerite dall’uomo del Kaos, di là uno strappo nel cielo di carta. Non sono bozzetti di regia, esaltazioni illusorie, caratterizzazioni del testo; è lettura condotta per immagini: una realtà che nasce evocata, attratta, formata dalla stessa scena.

le persone:

I personaggi della commedia da fare

Il padre
La madre
La figliastra
Il figlio
Il giovinetto
La bambina
Madama Pace

Gli Attori della compagnia

Il direttore-capocomico
La prima attrice
Il primo attore
La seconda donna
L’ attrice giovane
L’ attor giovane
Il trovarobe
Il suggeritore

 

Marcello AMICI
Anna Varlese
Paola Tripodo
Simone Mariani


Gioia Cellentani

 

Marco Vincenzetti
Elisabetta Cianchini
Giorgio Corcos
Valentina Carlone
Cristina Cubeddu
Fabio Biscozzo
Carlo Bari
Umberto Quadraroli


 

I GIGANTI DELLA MONTAGNA

Che fine ha fatto quel personaggio che di volta in volta si è fatto chiamare Leone Gala, il Padre, Laudisi, Enrico IV, Ciampa, Martino Lori? Ora, si fa chiamare Cotrone e vive in una villa, detta La Scalogna, solitaria in una valle deserta, con i suoi amici, gente strana che guarda la realtà con occhi trasognati. Sono venuti nella valle per vedersi vivere quali credono di essere. Campano di sogno e di poesia. Un giorno giungono alla villa un’attrice, Ilse Paulsen, detta La Contessa, il marito di lei e pochi compagni. Sono i superstiti di una compagnia teatrale, diseredata dopo aver tentato invano di rappresentare La favola del figlio cambiato. L’opera è stata scritta da un giovane poeta innamorato di Ilse che poi si è ucciso perché respinto dall’attrice. Cotrone invita gli attori a fermarsi nella villa, nel regno della poesia, dove i sogni dell’arte si realizzano. Ilse vuole proseguire la sua missione per portare tra la gente quella tragedia che è diventata per lei tormento e vita. Termina qui la stesura della commedia concepita incompiuta.

Chi sono i personaggi? La regia ha curato con attenzione la risposta. Artisti dell’esistenza, professionisti della fantasia, gli attori. Gli Scalognati, invece, personaggi strani che vivono solo di capacità evocative che svolgono sotto la guida del mago Cotrone che maneggia con abilità, come Prospero ne La tempesta, “la stoffa di cui son fatti i sogni”. Da una parte il teatro, il luogo delle finzioni, dall’altra gli Scalognati che non si identificano con la scena e i suoi trucchi illusori. Quando spuntano gli attori vaganti della Contessa, la regia ricalca l’arrivo dei Sei personaggi. I loro racconti diventano drammi interpretati, brani di vita non più veri, recitati. Da una parte il fuoco spento – qua e là una scintilla – dei comici che cercano un’anima vera come si cerca un vestito per un ballo in maschera, dall’altra il fuoco inebriante di Cotrone che esorta ad essere come i bambini che fanno il giuoco e poi ci credono e lo vivono come vero. 
Il fuoco dei semplici e tutte quelle faville che sono in una sera d’estate fra pianta e pianta, nelle pietre delle case che assorbono i sogni e le voci che sono in noi e non conosciamo, che ci sollevano e ci fanno cadere.
Nella sera di passi inesistenti, si apre il cerchio non aperto di Aleksandr Blok.
Quando, sul fragore della cavalcata dei Giganti che scendono a valle, la tensione del mito raggiunge il massimo della sua iridescente angoscia, quando la realtà dei Giganti diventa paura, la regia fulmineamente li esclude e li vince con una fervida intuizione.

le persone:

Cotrone

La compagnia della Contessa
Ilse, detta ancora la Contessa
Il Conte, suo marito
Diamante, la seconda donna
Cromo, il caratterista
Sprizzi, l’ attor giovane
Battaglia, generico-donna
Lumachì, col carretto

Gli scalognati
La Sgricia
Quaqueo
Duccio Doccia
Milordino
Mara-Mara

Marcello AMICI


Elisabetta Cianchini
Giorgio Corcos
Cristina Cubeddu
Marco Vincenzetti
Fabio Biscozzo
Umberto Quadraroli
Paola Tripodo


Anna Varlese
Marco Tonetti
Carlo Bari
Simone Mariani
Gioia Cellentani