2006

COSÌ È (SE VI PARE) – IL BERRETTO A SONAGLI di Luigi Pirandello
(Pirandelliana, Roma – Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, 11 luglio – 6 agosto)


 


 

COSÌ È (SE VI PARE)

La scena è una sorta di tabula rasa sulla quale s’imprimono, via via, concetti già saputi, avvenimenti già visti, recuperati al presente da un caso fortuito, ma già accaduti in epoche comuni all’intera specie. Vestiti grigi e neri – tutti uguali – per le signore e i signori, per un giuoco tra marionette futuriste e personaggi antichi di un coro greco, fedeli alleati con l’Autore. La verità impossibile sta in casa di un limbo che ospita peccati e peccatori, buoni e cattivi, fantasmi e uomini, attori e personaggi; essa è trasparente sul finale, illuminata in controluce. È un palcoscenico totale, un arsenale delle apparizioni in cui si dipanano i momenti intensi di un Novecento teatrale. Quello di Frola e Ponza, non quello della Signora Ponza, è un teatro nel teatro.

La «parabola» è un capolavoro non per il dettato filosofico, ma per i fantasmi esistenziali che aduna.
È un coro di marionette che si abbatte sul silenzio delle vittime, abili nel togliere ogni sostegno al giudizio, per modo che non si possa più distinguere tra fantasma e realtà. Il problema della solitudine umana, dell’incomunicabilità, della verità, quella da ciascuno di noi creduta in un dato momento e in determinate circostanze, la liquidazione del principio di identità, l’angoscia dell’essere sempre differenti da sé stessi, trovano risoluzione nelle linee futuriste della scenografia, nel jazz da un pianoforte come una musica primordiale e nei costumi che contengono le curve dei gusci dell’uovo. In tutta la messinscena l’umorismo è uno strumento critico e un elemento aggregante attraverso il quale i misteri dell’anima e lo struggente teorema del testo si ricollegano per vie sotterranee alla tragedia greca e preannunciano le inquietanti suggestioni del dottor Freud. A volte, la regia racconta la storia dalle pagine della novella per un anno La signora Frola e il signor Ponza, suo genero e sul finale tira una conclusione. C’è una giara…

 

La trama

La storia della signora Frola che dice viva la propria figlia creduta morta dal genero e a lui ridata in moglie, ma come fosse un’altra donna, è altrettanto vera quanto la storia dell’altro, il signor Ponza che afferma sia pazza la suocera, la signora Frola, che ritiene viva la figlia, mentre è morta da quattro anni. La scena è un salotto provinciale brulicante di impiegati di prefettura conformisti e di meschine signore benpensanti che si muovono come pupazzi, si dilaniano in una innaturale ricerca della verità. Si fanno ricerche. Pirandello cancella documenti e testimoni. Non esistono né il certificato di morte della figlia della signora Frola, né tanto meno quello di un secondo matrimonio del signor Ponza. La situazione potrebbe essere chiarita solo dalla diretta interessata, la signora Ponza che, invitata, rende la situazione ancora più complicata dichiarando di essere sia la moglie del signor Ponza che la figlia della signora Frola.
– Ah, no, per sé, lei, signora: sarà l’una o l’altra!
– Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede.

Personaggi

Lamberto Laudisi
La signora Frola
Il signor Ponza, suo genero
La signora Ponza
Il consigliere Agazzi
La signora Amalia, sua moglie
Dina, loro figlia
La signora Sirelli
Il signor Sirelli
Il signor Prefetto
Il commissario Centuri
La signora Cini
La signora Nenni
Un cameriere di casa Agazzi

Interpreti

Marcello Amici
Francesca Cutelli
Simone Mariani
Rita Gianini
Marco Vincenzetti
Anna Varlese
Cristina Cubeddu
Paola Tripodo
Rodolfo Castagna
Umberto Quadraroli
Alessandro Grande
Mirella Martinelli
Sara Mesa
Carlo Bari


 

IL BERRETTO A SONAGLI

Da “Novelle per un anno” a “Maschere Nude”, da Tararà a Ciampa, da istrione a personaggio. E’ una commedia nata e non scritta, viva e non costruita. E’ la storia di Ciampa: il suo carattere, scrive Pirandello a Martoglio che dirigeva le prove della messinscena, è pazzesco; questa la sua nota fondamentale. Gesti, andatura, modo di parlare, pazzeschi. Una maschera nuda che sottolinea il contrasto tra il sotterraneo fluire del sentimenti e la rigidità delle forme che li imprigionano, tra la verità e la finzione. L’apparire conta più dell’essere, perché bisogna conservare il rispetto della gente. Una società vista dentro specchi deformanti. In uno specchio curvo ove le immagini appaiono in una espressione non di rado grottesca.

Come tutto si placa dopo un temporale, anche qui, come nelle altre storie di Pirandello, non accade nulla: fingere ancora un pochino (per tre mesi, in manicomio) e ognuno potrà riprendere il proprio posto nella società.
Contrasto che trova in Ciampa, in apparenza grottesco ma in realtà straziante, una delle espressioni più moderne di tutta la galleria degli eroi pirandelliani. Un personaggio misero e titanico allo stesso tempo, eroico e pieno di umanità. Una umanità silenziosa e astuta gli da’ la forza di difendere la sua infelicità coniugale, contro la società ridicola del suo tempo. Un personaggio apparentemente piccolo ma infinitamente grande. C’e una giara.. .

Personaggi

Ciampa, scrivano
La sig. Beatrice Fiorìca
La sig. Assunta La Bella, sua madre
Fifì La Bella, suo fratello
Il delegato Spanò
La Saracena, rigattiera
Fana, vecchia serva della signora Beatrice
Nina Ciampa, giovane moglie del Ciampa
Tararà
Il presidente

Interpreti

Marcello AMICI
Mirella MARTINELLI
Rita GIANINI
Simone MARIANI
Marco VINCENZETTI
Paola TRIPODO
Anna VARLESE
Cristina CUBEDDU
Rodolfo CASTAGNA
Umberto QUADRAROLI


 

Scene: Marcello de Lu Vrau – Costumi: Natalia Adriani
Disegno luci e fonica: Aulo Cerasomma, Daniele Sposato – Direttore tecnico: Luigi Burelli
Assistenti alla regia: Carlo Bari, Sara Mesa – Musiche originali: Marco Baldasseroni
Direttore di scena: Marco Vincenzetti
Amministrazione: Marco Salietti e Rosemarie Della Scala
Organizzazione: Paola Amici e Mauro Ciuco
Staff tecnico: Andrea Germani, Giulio Venturini
Foto: Enzo Maniccia

Direzione artistica: Natalia ADRIANI

Regia di Marcello AMICI

Ufficio Stampa: Valeria Buffoni – Gianluca Verlezza