LA BOTTEGA DELLE MASCHERE

TEATRO DI NATALE ALL’AVENTINO

(XVIII Edizione)

Cripta della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino Piazza Sant’Alessio 23, Roma – ore 19 – ingresso libero ad offerta 19, 20, 21 dicembre 2023

C’ERANO UN ASINO E UN BUE
(dalle sacre scritture, dalla poesia, dal teatro, dalla musica)

Con
Marcello AMICI
Tiziana NARCISO
Ester ALBANO
Beatrice PICARIELLO
Marco BELLIZI
Gabriele CASALI
Giorgio CORCOS

Componimento e Regia di Marcello Amici
Assistente alla regia Roberto di Carlo
Comunicazione: Maresa Palmacci


Il Teatro è nato in chiesa, io vorrei ricondurvelo (Eleonora Duse)

Teatro di Natale all’Aventino (XVIII Edizione) con la messa in scena di C’erano un asino e un bue, un componimento che attraversa le Sacre scritture e le pagine della letteratura mondiale per arrivare all’ultima sera dell’Avvento, composto da Marcello Amici, è un viaggio pensato per ricostruire la storia, i ricordi, le paure e i sogni dell’uomo all’inizio del terzo millennio, perché “il bue conosce il padrone e l’asino la greppia del padrone; ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende” (Isaia 1.3). È, anche, un lungo mistero per scomporre le aspirazioni dell’uomo, le sue assenze, le sue fatiche, le sue ricerche, le sue aspirazioni al trascendente, le sue incursioni nei territori malfidi della scienza e le sue interpretazioni del sociale. Sacre scritture, poesia e musiche prescelte si sommano e si fondono nella messinscena. E’ un progetto non abusato, non comune, non scontato, nuovo, originale e raro. E’ un contenitore d’eccezione capace di superare gli echi di certi inattuali proponimenti teatrali, perché lo spettatore possa cogliere, dal 19 al 21 dicembre 2023, una importante sperimentazione di teatro, un concerto per persone e personaggi. È un insolito Avvento, una ouverture che introduce le aspirazioni, le assenze, le fatiche dell’uomo, le sue ricerche poetiche in una storia di speranza. Si racconta dell’uomo, della sua poesia, dei suoi sogni, delle sue metafisiche rivolte e delle sue disperate scoperte, della sua rabbia e della sua forza. E’ un contenitore d’eccezione che rifugge dalle interpretazioni abusate per rinchiudersi nel sentimento dell’uomo, nella forza incorruttibile del suo sogno, nella integrità della sua poesia. Magnificat. Fuori è notte. È la Vigilia di Natale. Inizia così, dal cielo in su, C’erano un asino e un bue, la recita a soggetto per la grande notte di Betlemme. È un componimento che attinge alle Sacre scritture, alla letteratura europea, alle tradizioni romane. E’ un appuntamento con la poesia. La messinscena sale sulle colline di cartone del presepio e da lì gli attori guardano le contrade della terra illuminate da strane comete e popolate da gente triste. Tra i pupazzi del presepio tutto diventa leggenda e favola; il quotidiano si riproduce per essere letto e interpretato. Il teatro prende in prestito le colline di cartone del presepio, per intervenire in una delle stagioni più capricciose e incerte della storia dell’uomo, perché tornino i colori del sogno e della poesia. Da una parte i passi antichi della Notte Santa, dall’altra Maria e Giuseppe che arrivano a Betlemme per il censimento di Augusto. Cercano un alloggio. Gli attori si compongono: i profeti, i saggi, i contrari, i favorevoli, i filosofi e si ricompongono con accenni intensi di quello che accadrà nel pomeriggio di un Venerdì Santo. E’ una messinscena costruita tra letteratura e palcoscenico, perché il teatro è il solo luogo dove gli spazi si riempiono di personaggi, di voci, di musica, di corpi, di significati e di simboli. C’erano un asino e un bue è l’opera naif che la Compagnia Teatrale “La bottega delle maschere” mette in scena alla fine dell’autunno per significare il Natale 2023 nel contesto delle asprezze internazionali, delle guerre e per ricordare il felice mondo dei bambini che prima fanno il giuoco, poi ci credono, poi lo vivono come vero. È una storia costruita con la poesia di tanti poeti, da Pascoli a Gozzano, da Quasimodo a Pasternak, da Manzoni a Ungaretti, con la solennità delle Sacre Scritture, del Corano, con la teatralità di certe laudi romane del XV secolo e certe pagine immortali del teatro e della musica. E’ una strana avventura di pupazzi traditi, offesi e santi. Il loro è un universo di gente che risale come dalle profondità di un abisso per scrivere una storia futurista dai connotati di sogno, dove si racconta di passioni non più soggette alla forza di gravità. I Pupazzi parlano, dicono, rivelano, esasperano i loro ricordi, i loro desideri, i loro dolori, i loro vizi, le loro virtù. Per loro il racconto di Natale colora la vita e riscrive la poetica dell’assurdo. È bello, almeno nei giorni vicini alla neve, pensare al teatro come a un luogo dove si possa contemplare la vita da una distanza giusta, da un posto protetto, tutto nostro, dove, ancora, è possibile una riflessione senza angosce, mentre la neve fiocca, fiocca, fiocca e una zana dondola pian piano …



È obbligatoria la prenotazione a info@labottegadellemaschere.it
Ingresso libero con offerta per i Poveri di Sant’Alessio
Orario: ore 19 (precise) – durata un’ora
Ingresso in Cripta ore 18.30
Informazioni: 338.9535577